Il terzo libro della Dea delle Stelle

  • La morte non ti tocca

    8 ottobre 2022

    L'onda dello tsunami travolge tutto e Davide si trova immerso nel liquido torbidò senza riuscire a fermarsi mentre capriola su capriola viene trascinato verso non sa cosa. Attorno a lui decine di persone lo seguono verso questo infame e mortale destino senza poter in alcun modo reagire. Ma lui é speciale, a lui non manca il fiato, non sente freddo, non viene ferito dalle macerie trascinate dalle potenti acque, no lui é il figlio del comandante zen Coros e nulla e nessuno può ferirlo. Ma l'orrore nei suoi occhi non può essere fermato dal campo di forza che i" suo bracciale gli crea intorno. Ma qualcosa succede, il suo dolore nel vedere tante vittime innocenti della furia dell'acqua non passa inosservato. C'è una sensibilità nell'universo conosciuto che sente e soffre con lui. Appare come un fantasma diventando sempre più nitida davanti a lui come una immagine che man mano prende fuoco. Lo guarda con uno sguardo triste che cerca di capire come impedire le sua sofferenza. É Elettra, sua zia che appare davanti a lui chissà da quale sperduto luogo dell'universo. Ha percepito il disagio del nipote e si é precipitata per capire come alleviarlo

  • Davide incontra per la prima volta phenia

    8 novembre 2018

    La casa è buia, non c'è nessuno e Davide lo sa, sua madre è fuori per un convegno. Entra e non accende le luci, si  muove sicuro in quella casa in cui è cresciuto. Gli basta il chiarore che viene dalla strada per raggiungere con sicurezza la cucina ma ha appeno superato la soglia che si blocca. Sapete quella sensazione che a volte ci prende quando in un luogo che consideriamo sicuro si sente la presenza di qualcosa che non dovrebbe essere lì. Cerca di scrutare nella penombra della cucina e strnge gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco ciò che la sua mente percepisce ma gli occhi non vedono.

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    18 agosto 2018

    "Mi ha abbandonato" urla Phenia "mi ha abbandonato ed io lo odio per questo!". Urla con tutto il fiato che ha in corpo con tutta la rabbia accumulata nei secoli passati a cercare il suo posto in questo universo. Elettra conosce Phenia e prova a calmarla "Se lo distruggi non saprai mai perchè ti ha abbandonato" la sua voce è calma e suadente come l'espressione serena del suo viso nonostante quanto gli accade intorno. "No, mi dirà solo bugie, come tutti"  "Phenia ascoltami, proviamoci, ha abbandonato anche noi e l'impero lodiano, forse è stato costretto ..." "Si, certo è stato costretto" Elettra è abituata ai cambiamenti di umore dell'imperatrice ma questa volta è scossa anche lei. La tempesta si placa improvvisamente e le esplosioni sulla superfice della gigantesca stella terminano senza preavviso così come erano iniziate. Phenia lascia andare Elettra che rimane fluttuante davanti a lei. "E' così, lo hanno costretto i suoi nemici, un padre non potrebbe mai abbandonare una figlia" sorride phenia mentre parla, i suoi occhi sono tornati del solito profondo azzurro ed Elettra si volge verso la stella. "Perchè pensi che sia lo zen-ri-la questa stella?" "Perchè è lui, mi ha chiama da tempo nei miei sogni, so che è lui". "Non percepisco alcuna impronta energetica in questa stella" "Concentrati" phenia prende la mano di Elettra come a voler creare un contatto diretto con lei. Elettra si concentra, socchiude gli occhi ed estende i suoi sensi ma ancora non riesce a percepire segnali di vita in quella stella.  "Lasciami entrare Elettra" Phenia le stringe la mano ed Elettra si volge verso di Lei "Ti farò percepire quello che non puoi ancora percepire"  

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    7 aprile 2018

    Elettra cerca di analizzare la situazione. Percepisce che qualunque cosa le stias facendo phenia la stella è quasi al collasso e potrebbe esplodere in qualsiasi momento. Estende ancora una volta i suoi sensi ma non percepisce null'altro se non la stella e la dea. Dovunque li abbia portati la dea sembra essere uno spazio vuoto privo di altri corpi celesti. Anche se la stella dovesse esplodere non ci sarebbe alcun danno collaterale e sicuramente la dea non ne sarebbe danneggiata. Ma perchè la dea si rivolge alla stella come se fosse lo Zen-ri-la, deve capire. "Phenia, perchè vuoi fare del male a tuo padre" Elettra mantiene la calma come al solito sembra impassibile a ciò che gli accade attorno.  

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    21 giugno 2016

    Si ma dov'è. Exact non le fornisce alcuna informazione. E' sente troppo caldo per essere nello spazio profondo. Gira lentamente la testa, e la vede. Una immensa stella sembra quasi che allungando le dita possa toccarla. E' inevitabile, le sue vesti si incendiamo ed in pochi secondi il vento solare allonatana da lei i frammenti in fiamme. Adesso indossa solo l'aderente tuta da battaglia dei comandanti zen. Poi la scorge, tra lei e la stella, phenia. Ha creato un'atmosfera personale attorno a se ed una gravità, dopotutto non è un comandante zen e sarebbe già morta. La vede agitarsi dentro la sua bolla vitale, urlare, inveire contro la stella. Le basta concentrarsi ed i suoi sensi si estendono fino alla bolla vitale di phenia percependo le vibrazioni della sua voce. "Padre, perchè non mi rispondi, padre!!!". Elettra fluttua nello spazio fino alla bolla vitale di Phenia e vi entra, riluttante, odia quella fastidiosa aria che gli penetra nella gola, lo spazio è così vuoto, pulito, asettico. Phenia stà scatenando i propri poteri, è come muoversi in una tempesta per Elettra, si avvicina all'imperatice fino a toccarle il braccio e Phenia ha un sussulto, reagisce con furia afferrandola per la gola con una mano continuando ad urlare mentre una tempesta di neve e vento esplode nella bolla. "Phenia", Elettra non si scompone mentre la dea gli stringe con forza la gola " se ditruggi la stella distruggerai con essa lo zen-ri-la", Guarda diritta negli occhi rosso fuoco la dea, il viso deformato dalla rabbia, teme concretamente che accada l'inevitabile, non sarebbe la prima volta che Phenia distrugga in preda ad una rabbia incontrollabile. Phenia ansima, sembra non riuscire a contenere la propria furia, poi parla "tu spettro del mio incubo non puoi dirmi cosa possa o non possa fare"  ed ascoltando questa frase che Elettra comincia ad essere realmente preoccupata. "Phenia guardami, non siamo in un tuo incubo, questa è la realtà, ci hai portato non sò dove ma è tutto reale" "No" urla phenia e come sempre il suo personale inferno si materializza attorno a lei in maniera devastante, La tempesta di neve diventa una tempesta di fuoco e la stella comincia ad espandersi in esplosioni sempre più devastanti, "Tu menti." 

  • I capitolo

    20 giugno 2016

    Un urlo esplode nel silenzio immobile del pianeta Lodi. Cromos alza appena la testa dall'immenso macchinario su cui sta lavorando. Dietro di lui Elettra in piedi fluttua nell'aria osservando il suo lavoro."temo che l'imperatrice abbia avuto un altro incubo" Cromos mormora appena- Elettra quasi non distoglie lo sguardo da lui, poi schiude appena le labbra "vado a controllare". "Si", Cromos si allontana dal macchinario e si avvicina ad Elettra e solo adesso si percepisce la sua mole gigantesca. Elettra accanto a lui sembra una bambina nonstante i suoi piedi siano una decina di decimetri dal pavimento. "Meglio che controlli." Elettra sorride e svanisce in uno sfarfallio di scintille. Cromos rimane qualche istante a fissare il punto in cui fino a pochi istanti fa c'era Elettra, poi si gira muove un passo, solo uno perchè il piede sinistro sprofonda nel metallo del pavimento fino a quasi la caviglia. "Exact, problemi al sistema gravitazionale." la risposta a Cromos proviene dall'aria stessa, una voce piatta metallica "L'imperatrice stà creando delle distorsioni energetiche difficili da compensare. Stiamo risolvendo". "Bene", Cromos alza le colossali spalle "Devo chiedere a Dyane di verificare la tua rapidità di risposta Exact". Cromos solleva senza fatica il piede dal pavimento strappandone una larga sezione, quindi torna a lavorare. Elettra si rimaterializza dinnazi alla porta della stanza dell'imperatrice. Preferisce evitare di materializzarsi all'interno delle stanze private dell'imperatreice, non si sa mai. Un gesto della mano e la porta finamente intarsiata si apre. All'interno una grande sala con al centro un letto, solo quello in tutta la stanza. Phenia, l'imperatrice è seduta in mezzo al letto matita di sudore. I lunghi capelli rossi incollati al viso intorno agli occhi blu intenso persi nel vuoto. Ogni volta che vede Phenia Elettra si chiede come starebbe con i capelli rossi, forse i suoi occhi verdi stanno meglio con il biondo dei suoi capelli, ma dopotutto se non fosse per queste due differenze cromatiche sarebbero due gocce d'acqua. "Phenia, di nuovo l'incubo?", Elettra si avvicina all'imperattrice, impone la sua mano sinistra sulla Dea e polarizzando le molecole del suo sudore le disperde nell'aria e Phenia e di nuovo perfettamente asciutta. "Phenia..." mormora di nuovo Elettra quando ormai è fluttuata fino al fianco del letto a pochi centimetri da lei. Un guizzo improvviso e Phenia afferra conforza il braccio di Elettra è tutto ciò che li circonda improvvisamente cambia. La spaicevole senzazione dell'aria che viene strappata dalla sua gola, l'oscurità, il freddo, il disorientamento, pochi istanti per il ocmandante zen Elettra per cabire di non essere più nel palazzo imperiale di Lodi ma nello spazio profondo. Un comandante Zen è stato creato per combattere in qualunque situazione, lo spazio profondo è solo un altro luogo dove combattere e sopravvivere. Mentre il suo corpo si adatta al nuovo ambiente ostile i suoi poteri elettro magnetici stabilizzano la sua posizione ed i suoi sensi registrano tutte le informazioni necessarie per capire la sua attuale posizione,  

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